LETTERA
AI COMPAGNI DI SCUOLA (da
Forty)
Testo
e musica: Giorgio Turconi
Liceo scientifico, sessantacinque,
non sono il solo che in quella foto
è in cerca di noi dietro a quei volti per scoprire e capire
chi mai eravamo.
Chi sei?
Maria, va là, però,
quanto tempo è passato,
trovarsi, sì, perché no una cena, tu chi contatti? Fissiamo a febbraio,
dove saranno Paolo e Viviana, provo col dodici, li troveremo.
Ecco la sera, ci siamo tutti
uguali e diversi, non so cos'è fra noi di strano,
attesa e voglia di raccontare, ma soprattutto si vuol scoprire.
Lauretta sono
trent'anni
che mi chiedo perché
mi hai invitato alla tua festa di compleanno, eri così più grandi di noi.
Renzo il tuo fare è un po' drogato, ma se la maschera cade, tu sei tra i pochi
che hanno la fortuna di aver capito ciò che vale.
Quella tua lampada, credimi, Marco,
ci ha reso fieri di questa classe.
Sei stato il primo, e ora sta a te accender la luna di questa notte.
Telefonata, aereo bloccato,
il Benve non può, vi saluta da Roma,
via, professore, non c'eri ma, con questo fatto della televisione
sei stato al centro dell'attenzione, dell'attenzione!
Ecco la torta, chi fa l'appello?
Si è fatto tardi, bisogna andare,
strette di mano e poi qualche bacio, vediamoci presto, dai, non perdiamo il contatto.
Mi vien da ridere: "cari compagni ..."
no, questa lettera non scriverò,
eppure il Dipa questo lo ha fatto, e Paolo ... lui con quel suo ricordo.
Ci vediamo per il mio compleanno, ho un po' di cose che voglio capire
di voi, di me, del tempo che abbiamo, dai, riprendiamo quel discorso interrotto.
Edizioni Pedivella – © Marco Maiocchi
& Giorgio Turconi
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