AEROPORTO

Testo e musica: Giorgio Turconi

9 ottobre 1992 - Appunti scritti a Roma, in aeroporto, aspettando il volo per Milano
Da una intervista a G.T.
L'aeroporto è un luogo molto stimolante, la gente qui è stimolante. I colori non sono mai banali, le ragazze sono belle.
E poi, ti senti in un posto dove niente è inutile e dove tutto è importante: per chi è lì e per chi è lontano, ma ha qualche legame con chi parte.
Beh, mi riferisco sempre alla partenza, per me l'aeroporto è un luogo da dove si parte, non importa dove si arriverà.
Il viaggio è bello in quanto tale.

 

Corro per partire, non importa per dove, non importa se per andare ad annoiarsi,

non importa se per andare ad aspettare.

Ho molti ricordi, bellissimi ricordi del tempo che ho passato negli aeroporti,

nemmeno un ricordo brutto, nemmeno una cosa da dimenticare.

Anche ora ho fretta,

di vivere e partire, di concludere il discorso, ... di telefonare.

Diciamo che ho fretta di telefonare, non di telefonarti.

Però, se ci penso, da un aeroporto non potrei telefonare ad altri che a te,

sei fantastica dall'altra parte del filo, ma sei tu?

Sono solo, lontano nello spazio, o nel tempo? Mi guardo riflesso da questa vetrata,

oh no, c'è troppo buio e vedo solo macchine, gente, un treno, gli aerei.

Certo, sono io, non ho bisogno

di cercare un documento per vedere il mio nome,

piuttosto è meglio che rifletta bene su dove sono.

Fretta di pensare, fretta di sognare

fretta di andare e fretta di tornare.

No, non ho più fretta, è bello pensare, sognare, ma perché deve finire?

Edizioni Pedivella – © Marco Maiocchi & Giorgio Turconi